Carlo Speranza
24 gen 2023
Da alcuni anni a questa parte il mondo dell’acquariologia ha visto diffondersi con grande successo i nano acquari, vasche di piccole dimensioni, generalmente dai dieci ai quaranta litri, allestite sia come acquari
di acqua dolce sia a nanoreef, che altro non sono che mini barriere coralline.
In passato acquari di così piccole dimensioni venivano vivamente sconsigliati poiché l’equilibrio in un ecosistema acquario viene raggiunto più facilmente tanto più grande è l’acquario stesso. Ora non è più così: il settore e le tecnologie a nostra disposizione si sono evoluti a tal punto da dotare queste piccole vasche di tutta la strumentazione necessaria per far funzionare al meglio ogni cosa, ad esempio grazie a filtri di dimensioni mini, riscaldatori in grado di portare in temperatura piccole quanità d’acqua nonché sistemi d’illuminazione capaci di far crescere rigogliosamente le piante.
Manutenzione costante
I motivi per cui questi nano acquari stanno prendendo sempre più piede sono diversi. Primo forse tra tutti èl’idea di chi si avvicina al mondo dei pesci tropicali che vasche piccole necessitino di cure ridotte e siano nel complesso meno impegnative, anche se dopo poco tempo ci si accorge facilmente che non è proprio così. A causa delle dmensioni ridotte, e quindi dell’equilibrio sempre un po’ instabile della vasca, occorre infatti fare una manutenzione costante, con cambi d’acqua regolari ed eliminazione delle sostanze di rifiuto (parti di piante, residui di mangime e altro).
Alla portata di tutti
Anche l’aspetto economico gioca a loro favore: questi mini acquari infatti hanno generalmente costi contenuti e quindi sfatano il tabù dell’acquario accessibile a pochi, inoltre sono semplici da installare, visto che nella confezione si trova il kit completo di attrezzatura tecnica che permette all’acquariofilo di cominciare quasi subito a dedicarsi all’allestimento vero e proprio. Infine occupano poco spazio e si possono facilmente sistemare un po’ dappertutto, in casa così come in ufficio.
Nano acquari… e nanofish!
Ai nano acquari non si avvicina solo chi è agli inizi: esiste infatti una larga schiera di appassionati che pur avendo in un acquario “classico” ben avviato decidono comunque di cimentarsi nell’allevamento dei cosiddetti nanofish, caridina, neocaridina, lumachine e muschi. La popolazione di un nanoacquario, infatti, non può naturalmente contare su pesci che raggiungono grandi dimensioni, quindi si deve optare per tutta una schiera di pesciolini che in taglia massima a volte non superano il centimetro.
Un piccolo spazio con molti abitanti
La lista dei pesci da inserire in un acquario “mini” è vasta: a parte i classici pesci neon, cardinali, petitelle, hemigrammus e guppy endler, ultimamente hannopreso piede pesciolini fino a poco tempo fa ignorati dal mondo dell’acquariofilia, vale a dire i cosiddetti nanofish. Oltre ai pesci c’è poi una vasta schiera di gamberetti che sta incontrando notevole successo, caridina e neocaridine in tantissime colorazioni e varietà, piccoli granchi di acqua dolce e lumache di vario tipo.
Mini barriere
Parlando di nano acquari, non possiamo certo trascurare i nanoreef, che altro non sono che piccole barriere coralline allestite in pochi litri di acqua. La popolazione di un nanoreef generalmente consta di qualche roccia colonizzata, il classico pagliaccetto con il suo anemone e qualche altro pesciolino ed invertebrato. Un ambiente di piccole dimensioni ma molto indicato per chi voglia cimentarsi con l’acquario marino senza avere grossi costi e senza tanti sforzi.